Per quanto riguarda la sopravvivenza nota dell’Ordine, va detto che molti degli Stati europei di allora non si piegarono al volere del Papa e/o lo interpretarono in modo molto riduttivo, anche se le ricchezze attribuite/possedute dai Templari esercitavano un ruolo tutt’altro che secondario nella politica dei vari Paesi cristiani europei.
In Spagna, i Templari continuarono ad esistere per molti anni prima di confluire, con l’approvazione di Papa Giovanni XXII, nell’Ordine di Montesa. In Portogallo, l’Ordine fu sottoposto ad inchiesta e scagionato da ogni accusa: si trasformò nell’Ordine dei Cavalieri di Cristo e con questo nome continuò ad esistere sino al XVI secolo, dedicandosi alle attività marinare volte alla costruzione dell’impero portoghese.
I Templari del Regno di Mallorca, invece, continuarono sino alla loro estinzione, che avvenne nel 1350. Quelli di Lorena, dopo qualche tempo, protetti dal Duca di Lorena, chiesero ed ottennero di essere incorporati nell’Ordine Teutonico, mentre i Templari d’Ungheria continuarono, praticamente indisturbati, sino alla metà del 1400. In Inghilterra, contestando la decisione papale, il genero di Filippo il Bello, Edoardo II, si levò a difesa dell’Ordine, ma successivamente, sottoposto a fortissime pressioni da parte del Re di Francia e del Papa, accolse le loro richieste seppure in maniera parziale e senza impegno, permettendo alla stragrande maggioranza dei Templari residenti in Inghilterra di fuggire.
In Scozia, che a quel tempo era in guerra con l’Inghilterra, le Bolle papali non arrivarono mai o, comunque, non furono mai rese pubbliche né, tanto meno, esecutive. Ciò permise all’Ordine di accogliere molti rifugiati e di sopravvivere, molto probabilmente, per altri quattro secoli.
In Germania, i Cavalieri insorsero, anche con le armi, contro i giudici, che li assolsero.
Quando l’Ordine fu sciolto dal Papa, molti Cavalieri entrarono nell’Ordine degli Ospitalieri di S. Giovanni ed altri passarono all’Ordine Teutonico che, nel 1522 ritorna allo stato laicale, ripudiando la sottomissione a Roma e schierandosi a sostegno del nascente luteranesimo.
Per quanto riguarda la presunta sopravvivenza segreta dell’Ordine, fa parte della tradizione templare l’idea che l’ultimo Maestro dell’antico Ordine, Jacques de Molay, avrebbe affidato i propri poteri ad un Cavaliere, Jean-Marc Larménius (o de l’Armenie), il quale avrebbe redatto una Charta (la cosiddetta Charta di Larménius, foto sotto) che sarebbe stata successivamente firmata dai Maestri segreti succeduti nel tempo.
Di qui verrebbe la legittimazione storica della sopravvivenza dell’Ordine fino a quando, nel marzo del 1705, il nipote di Luigi XIV, Philippe, Duca d’Orléans (più tardi Reggente del Regno di Francia e, probabilmente di simpatie gianseniste) dichiara di “succedere” a Jacques-Henry de Durfort come Maestro del Tempio e pone fine all’esistenza “segreta” dei Templari, convocando a Versailles, l’11 aprile, un Capitolo Generale che adotta nuovi Statuti e che riconosce il Duca come Gran Maestro.
Viene, altresì, diffusa la Charta Transmissionis di Larmenius, redatta in lettere cifrate, ulteriore comprova della sopravvivenza dei Templari dopo il 1314.